Ansia e stanchezza: è stress, esaurimento nervoso o depressione?

Quale legame c’è tra ansia e stanchezza? Il senso di spossatezza fisica può non arrivare da solo: accanto ad un diffuso calo energetico alcune persone sperimentano, in alcuni periodi della loro vita, sensazioni di agitazione, preoccupazione e irrequietezza. È quella che generalmente chiamiamo “ansia”, una parola che può nascondere, in realtà, condizioni molto diverse.

Ansia e stanchezza: è nato prima l’uovo o la gallina?

Quando parliamo di stanchezza psicofisica intendiamo uno stato di affaticamento e fiacchezza che ci toglie energia e vigore: ci sentiamo deboli, pigri e apatici, le attività più banali diventano muri insormontabili e tutto il nostro corpo sembra crollare di fronte al peso dei doveri quotidiani. Eppure, non è raro che ciò si accompagni a manifestazioni di segno apparentemente opposto, come nervosismo, turbamento interiore e irritabilità: se da un lato siamo stanchi e senza forze, dall’altro lato viviamo sentimenti di apprensione e tormento che mantengono il nostro organismo in uno stato di iperattivazione fisica e psicologica.

Con il termine “ansia”, infatti, ci riferiamo a uno stato emotivo di paura e allarme caratterizzato da sintomi come tachicardia, difficoltà respiratorie, tensione muscolare, sudorazione, alterazioni del sonno, vertigini, esigenza di muoversi continuamente, ma anche preoccupazione eccessiva e ingiustificata, tono dell’umore basso, senso di impotenza e inquietudine, difficoltà a concentrarsi. L’ansia può avere diversi gradi di intensità e può essere aggravata da fobie, attacchi di panico e ipocondria. In ogni caso, crea nell’organismo una situazione di emergenza costante che consuma le nostre energie, logorandoci dall’interno.

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Il legame tra ansia e stanchezza può essere bidirezionale: non solo gli stati ansiosi prolungati ci rendono stanchi, ma anche una spossatezza eccessiva può provocare quegli stessi stati, per esempio quando danneggia le nostre performance lavorative, situazione che può sfociare in preoccupazione, sofferenza e angoscia. Inoltre le manifestazioni e le sedi della stanchezza fisica possono essere diverse: si va da una stanchezza fisica diffusa a forme più circoscritte, come una stanchezza prevalentemente mattutina o la stanchezza alle gambe, dovuta all’aumento della tensione muscolare innescata dall’ansia.

Stanchezza e ansia: a volte è solo stress, a volte no

Quando ansia e stanchezza fisica o mentale coesistono, le cause possono essere più o meno profonde:

  • Lo stress. Contrariamente a ciò che molti pensano, lo stress non è di per sé un elemento nocivo. Si tratta della risposta messa in atto dal nostro organismo per fronteggiare situazioni della vita valutate come difficili o pericolose (i cosiddetti stressors o “fattori di stress”, appunto). Questa forma di stress, chiamata eustress (dal greco “eu”, cioè “buono”), ha una funzione adattiva e positiva, poiché libera la forza e le energie necessarie per affrontare con successo le sollecitazioni esterne. Di solito questa risposta dell’organismo si attiva in acuto, cioè contestualmente alla comparsa dell’evento stressante, vissuto come “sfida”. Lo stress negativo o distress, invece, si manifesta quando la situazione viene vissuta come “minaccia”. In questo caso l’evento stressante richiede alla persona uno sforzo esagerato rispetto alle sue effettive capacità e dunque assume un valore disadattivo. Se gli episodi di stress negativo si protraggono o si ripetono di frequente, il distress può cronicizzarsi, scatenando stanchezza e ansia.
  • L’esaurimento nervoso. Quando i meccanismi di risposta agli agenti stressanti si dimostrano fallimentari il rischio di un crollo psicofisico, caratterizzato da una stanchezza fisica e mentale estrema, è dietro l’angolo. L’esaurimento nervoso (più precisamente nevrastenia o neuroastenia) si differenzia dallo stress negativo proprio per l’entità dei sintomi, che arrivano ad essere molto invalidanti: sbalzi di pressione, tremori, dolori muscolari, capogiri, difficoltà digestive, insonnia e malumore. I sintomi e le cause di questo disturbo tendono a sovrapporsi a quelli della sindrome da fatica cronica, per cui ad oggi, nel mondo occidentale, si preferisce questa diagnosi a quella di nevrastenia.
  • La depressione. In presenza di un disturbo depressivo vero e proprio, la capacità del soggetto di reagire e interagire con il mondo esterno è gravemente compromessa. Oltre ad ansia, stanchezza e ai sintomi tipici dello stress, compaiono demotivazione, perdita di interesse per qualsiasi attività, rallentamento psicomotorio, senso di vuoto interiore, dolori diffusi, disturbi alimentari e dell’appetito.

La compresenza di ansia e stanchezza, in definitiva, può dipendere da una grande varietà di fattori, alcuni dei quali necessitano di attenta valutazione da parte di un medico o di un professionista della salute mentale. Ridurre il carico di ansia è fondamentale per evitare che la situazione degeneri in disturbi propriamente detti. Da questo punto di vista è importante anche adottare alcune strategie per prevenire e contrastare la stanchezza dal momento che essa può provocare, come si è detto, stati ansiosi.

FONTI:

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1889183705715452

https://www.lescienze.it/archivio/articoli/2005/07/01/news/cento_anni_di_carnitina-548583/

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_1268_4_file.pdf

https://www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/carnitina/

https://www.scienzemotorie.com/l-carnitina-benefici-effetti-collaterali-fonti-e-dosaggio/

http://archivia.unict.it/bitstream/10761/1271/1/TSNCRS80M56Z115U-LA%20CAeee.pdf

https://www.dm.univr.it/?ent=progetto&id=3885


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