Recupero attivo post allenamento: come ridurre i dolori muscolari e accelerare i tempi di ripresa

Rigidità muscolare e indolenzimento sono le conseguenze naturali di un allenamento intenso. La sollecitazione costante del corpo, infatti, va ad aumentare il flusso sanguigno e ad accelerare il battito, e causa microlesioni alle fasce muscolari. Si tratta, quindi, di una reazione fisica perfettamente normale, il cui superamento può essere facilitato dal cosiddetto recupero attivo post allenamento.

I dolori muscolari dopo la palestra, noti come DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness), infatti, possono rappresentare una condizione che, seppure non fisiologica, rischia di intaccare la motivazione e la continuità dell’attività fisica. Così, nella convinzione che sospendere del tutto il movimento sia la scelta migliore, andiamo potenzialmente a rallentare la fase di recupero.

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Il recupero attivo dopo l’allenamento, quindi, non è solo un modo per muoversi di più, ma un vero approccio fisiologico al benessere muscolare, utile per sostenere anche l’equilibrio energetico generale.

Cosa si intende per recupero attivo post allenamento?

Il recupero attivo post allenamento consiste nello svolgere attività fisiche leggere dopo uno sforzo intenso al fine di favorire il defaticamento, migliorare la circolazione sanguigna e accelerare i processi di recupero muscolare. 

Questo meccanismo di ripresa è particolarmente indicato nelle 24-48 ore successive a un allenamento impegnativo, puntando su attività che contribuiscono a mantenere il corpo in movimento senza generare nuovo stress muscolare. 

Tra queste, troviamo: 

  • camminate leggere;
  • esercizi di mobilità;
  • pedalate a ritmo blando;
  • sessioni di stretching statico.

La logica è semplice ma supportata da evidenze fisiologiche: rispetto al recupero passivo, in cui il corpo si riposa completamente, quello attivo stimola un flusso costante di ossigeno e nutrienti ai tessuti, aiutando a eliminare le sostanze di scarto prodotte durante l’attività fisica, come l’acido lattico e i radicali liberi.

Qual è la differenza tra recupero attivo, crioterapia e massaggio sportivo?

Capita spesso che, quando si parla di post allenamento, vengano confusi tra loro recupero attivo, crioterapia e massaggio sportivo. Sebbene mirino tutti e tre allo stesso risultato, ovvero velocizzare i tempi di ripresa, in realtà presentano nette differenze.

In particolare:

  • il recupero attivo è incentrato sul movimento controllato e interessa il corpo nella sua totalità;
  • la crioterapia consiste nel ricorrere al freddo, tramite immersioni o impacchi, per ridurre potenzialmente la percezione del dolore e l’infiammazione immediata, sicché risulta più utile nelle ore immediatamente successive a un trauma o a un carico eccessivo;
  • il massaggio sportivo migliora la microcircolazione e la flessibilità muscolare.

Rispetto al recupero attivo, che sembra avere un impatto più sistemico, la crioterapia e il massaggio sportivo agiscono a livello più localizzato, senza accelerare in modo significativo la ricostruzione delle fibre muscolari. Va da sé che, in tutti e tre i casi, l’efficacia della strategia adottata dipende da parametri individuali come intensità, durata e tipologia di esercizio svolto.

Quali sono le migliori tecniche per ridurre i DOMS velocemente?

Il termine DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness) descrive il dolore muscolare che compare da 6 a 12 ore dopo un’attività intensa, raggiungendo il picco tra 24 e 48 ore. È causato da microlesioni delle fibre muscolari e da processi infiammatori associati. È bene precisare che, nonostante l’uso del termine “microlesioni”, non siamo in presenza di una lesione vera e propria, ma di una reazione del corpo che tende a risolversi spontaneamente entro pochi giorni

Mantenere una minima attività fisica attraverso il recupero attivo post allenamento è una delle tecniche che favoriscono una ripresa più rapida.

Le principali strategie per ridurre i DOMS velocemente comprendono:

  • esercizi a bassa intensità, come camminata o pedalata leggera;
  • stretching defaticante lento e controllato;
  • idratazione e alimentazione equilibrata, con apporto di proteine e micronutrienti;
  • sonno adeguato, per favorire la rigenerazione muscolare.

Ciascuna di queste attività aiuta la riduzione temporanea del dolore muscolare e migliora la sensazione di scioltezza, favorendo una sensazione generale di benessere rispetto al riposo assoluto.

Esercizi a bassa intensità per mantenere costante il movimento

Una delle strategie più consolidate per migliorare il recupero sportivo consiste negli esercizi a bassa intensità come camminata leggera, ciclismo a ritmo blando, nuoto lento o persino una sessione fluida di mobilità. Queste attività stimolano la circolazione, favoriscono il drenaggio delle tossine metaboliche e migliorano l’ossigenazione dei tessuti affaticati, andando a contrastare la rigidità muscolare senza aggravare la microlesione.

Questa modalità di recupero può produrre un effetto analgesico temporaneo. Ovviamente, è importante calibrarne bene l’intensità. L’obiettivo non è allenarsi di più, ma usare il movimento come mezzo per stimolare il recupero in modo gentile.

Stretching defaticante per ritrovare l’elasticità muscolare

Lo stretching defaticante e lo yoga leggero rappresentano due delle opzioni più pratiche e usate per ridurre i DOMS. Lo stretching lento e mantenuto permette di allungare le fibre muscolari e di migliorare la mobilità articolare, favorendo un migliore scambio di liquidi e nutrienti nei tessuti affaticati.

Lo yoga, a sua volta, unisce elementi di estensione muscolare, movimento controllato e respirazione profonda. Questa concertazione di elementi, basata su movimenti dolci e attivazione della risposta parasimpatica, facilita la minor percezione della fatica e dei dolori post allenamento. Secondo alcuni studi, si ritiene addirittura che una sessione di yoga possa rivelarsi più efficace dello stretching nel migliorare vari indicatori di recupero, come la variabilità della frequenza cardiaca e la respirazione.

Mindfulness per migliorare il recupero sportivo attraverso la mente

La mindfulness e le pratiche di rilassamento, come respirazione consapevole, meditazione, attenzione al corpo, possono risultare un complemento prezioso nel recupero attivo post allenamento. Il dolore muscolare, invero, non è solo fisico, poiché la percezione del dolore è influenzata anche dal sistema nervoso centrale e dallo stress psicologico.

Integrare momenti di respiro profondo o meditazione dopo l’allenamento può abbassare i livelli di cortisolo e ridurre la tensione globale percepita a livello psicofisico. Inoltre, tecniche di consapevolezza corporea aiutano a individuare meglio le aree di rigidità muscolare, favorendo un uso più mirato dello stretching o del movimento.

La respirazione profonda e lenta, inoltre, aiuta il corpo a passare da uno stato di azione/stress a uno di riposo/recupero, migliorando la rigenerazione muscolare e la percezione soggettiva del dolore.

In pratica, inserire 5-10 minuti di mindfulness o respirazione controllata alla fine di una sessione leggera può essere un gesto strategico, non solo per il muscolo ma anche per la mente.

Linee guida scientifiche sul recupero attivo

Le raccomandazioni attualmente esistenti sul post allenamento indicano che per mantenere un buono stato di forma e favorire il recupero gli adulti dovrebbero dedicare almeno 150 minuti a settimana ad attività fisica moderata.

Questi principi sono coerenti con quanto osservato negli studi sull’efficacia del recupero attivo: la costanza, anche a bassa intensità, è il fattore chiave per migliorare il metabolismo muscolare e ridurre i tempi di ripresa.

Ad avere un ruolo centrale è altresì la scelta di:

  • alternare sforzo e riposo;
  • evitare periodi prolungati di immobilità;
  • introdurre pause di movimento anche nelle giornate sedentarie.

Una routine che include esercizi di stretching, brevi camminate o mobilità articolare quotidiana contribuisce non solo al recupero post-allenamento, ma anche alla prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici.

In ambito sportivo, in particolare, si raccomanda agli atleti di includere fasi di defaticamento di almeno 10-15 minuti dopo sessioni ad alta intensità, con attività aerobiche leggere e stretching statico, per favorire l’omeostasi fisiologica e la riduzione dello stress muscolare.

Il ruolo degli integratori nel recupero attivo post allenamento

l recupero dell’organismo è un meccanismo complesso, che riguarda sia la sfera mentale che quella fisica, e richiede tempo e accortezza. In alcuni casi, il recupero attivo può non dimostrarsi sufficiente ad affrontare l’affaticamento muscolare e il senso di stanchezza mentale

Per questo motivo, può rivelarsi utile il ricorso a integratori alimentari specifici, che offrano un sostegno nelle fasi di maggiore stanchezza. In questo senso, risultano particolarmente indicati prodotti a base di nutrienti come carnitina e coenzima Q10; in aggiunta quelli contenenti magnesio e potassio possono contribuire a supportare il metabolismo energetico, soprattutto quando l’attività fisica si somma alle fatiche quotidiane.

Come sempre, è importante ricordare che gli integratori non sostituiscono uno stile di vita sano, ma possono rappresentare un valido supporto per accelerare il recupero in modo comunque armonioso e completo, nel rispetto dei tempi del corpo. Inoltre, prima di ricorrere a qualsiasi integratore, è sempre bene rivolgersi al proprio medico o farmacista di fiducia, al fine di ottenere indicazioni personalizzate in base alle proprie esigenze.

 

FAQ

Come recuperare in fretta dopo un allenamento?
Combinando alimentazione corretta, idratazione, riposo e, se necessario, supporto con integratori come la carnitina.

Cosa posso fare per recuperare al meglio il giorno dopo l’allenamento?
Dormire bene, mangiare in modo equilibrato e mantenersi idratati sono le strategie principali.

Quanto tempo ci vuole per recuperare dopo un allenamento?
Dipende dall’intensità: da poche ore per un’attività leggera, fino a 48-72 ore per un allenamento molto intenso.

Cosa può favorire il recupero muscolare?
Proteine, carboidrati, idratazione, sonno e integratori come la carnitina possono sostenere la fase di recupero.


Fonti

https://www.msdmanuals.com/ -> “Argomenti specifici: adattogeni”
https://www.fondazioneveronesi.it/ -> “Integratori: la carnitina”
https://www.humanitas.it/ -> “Carnitine Deficiency


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